Resina di un certo livello...

venerdì 20 gennaio 2012

Si stava meglio quando si stava peggio

Sono giorni di agitazione in rete. Tra acronimi, chiusure, censure e attacchi a siti governativi, abbiamo sempre più la sensazione che anche internet stia conoscendo per la prima volta il sapore che nasce  manifestazioni e cortei prima, attacchi e guerre su larga scala poi. Non ho voglia di scrivere un articolo su SOPA o PIPA, o su quanto successo nella notte tra megaupload e Anonymous, un po' perché le mie opinioni non si discostano poi molto da tante altre trovabili in rete, un po' perché sarebbe inutile (forse) e un po' banale (certamente). Voglio invece scrivere più generalmente su internet. La mia età mi permette di fare un raffronto tra il prima e il dopo, tra quando non c'era internet a quando è stato introdotto e infine a quando è maturato. Faccio parte di quella generazione che ha vissuto il cambiamento in prima fila, non troppo giovane per non capirci nulla, non troppo grande per avere difficoltà nell'apprendere una nuova tecnologia. La novità più grande che Internet ha apportato alla mia vita è stata l'informazione: con informazione non intendo la possibilità si essere aggiornati in tempo reale sulla politica o sulla cronaca, o avere sempre sott'occhio il meteo, intendo avere (più o meno) sempre la possibilità di avere una risposta ad una domanda. Prima di avere la rete a disposizione il mio computer era vuoto, era un mezzo per la videoscrittura (al massimo) o per i videogames, nulla di più; era una schermata blu con cursori bianchi che attirava interesse come ogni altro oggetto dalle potenzialità finite. Ma quando arrivò la 56k arrivarono le informazioni (caricate con lentezza eh...), arrivarono i primi siti con sfondi improponibili e che quasi ti servivano su di un piatto la congiuntivite... arrivavano i fansite, e le primissime ricerche sui "motori di ricerca" (ancora nessun monopolio per eccellenza). Poi più in là è arrivata la possibilità di scaricare filmati, film, giochi, libri, e di connettersi con gli altri. Ed è qui, al momento della maturità, sua e mia, che ho capito la caratteristica irrinunciabile della rete: la connettività. Non intendo solo la possibilità di farsi gli affari altrui su FB et similia, ma intendo la capacità di creare reti di connessione tra persone, gruppi di persone e informazioni. La capacità di internet è quella di abbattere il limite dello spazio (distanze) e del tempo (l'immediatezza di un dialogo) eppure a mio avviso fa di più: ti permette di aggregarti con altri all'insegna di un argomento, un motivo e un obbiettivo. Ti permette di ottenere cose che fisicamente sarebbe difficile ottenere, disancorandole dalla fisicità stessa. Internet è un mondo di informazione pura, senza alcuna forma di fisicità. 



Ecco, con gli ultimi risvolti si intuisce cosa si potrebbe perdere. La diatriba che più facilmente si apre è quella relativa alla legalità del download di materiale coperto da copyright e sulla moralità che ne dovrebbe conseguire. Tuttavia reputo che la rete sfugga ai limiti concreti ai quali il nostro mondo è soggetto, a tutti quei limiti di concretezza sui quali abbiamo fondato le regole civili. La legge la fa il più forte e il più forte dice che una proprietà è gestita da terzi; i terzi vogliono sostenere che se ottieni una copia di tale proprietà, questi ti possano perseguire legalmente. Vogliamo insomma imbrigliare un mondo puramente informativo nelle regole di un mondo puramente concreto, vecchio, snaturandone l'essenza che da sempre lo caratterizza. Forse il giorno in cui ci saranno dogane per entrare in domini differenti dal .it, e dove la connettività e la sua astrattezza verranno meno sarà il giorno in cui spegnerò definitivamente il mio router e anche io cadrò nella nostalgica frase: "si stava meglio quando si stava peggio".

6 commenti:

  1. Proprio stamattina ho detto questa frase ad Annalisa. A.

    RispondiElimina
  2. Sono apertamente critico nei confronti di internet, è uno strumento incredibile dato in mano a dei bifolchi, bifolchi che lo usano nel modo peggiore e che, essendo la maggioranza degli internauti, rendono il web un posto terribile.
    Vorrei che domani il web smettesse di esistere, la nostra vita non potrebbe che migliorare.

    RispondiElimina
  3. Molto francamente, per me non sarebbe una tragedia se Megavideo non esistesse. E' comodo, sì, ma, più che per risparmiare il prezzo del biglietto del cinema, per risparmiare il tempo per cercare parcheggio, per risparmiare la fatica di vestirmi ed uscire, vedere gente. Ovvero, Megavideo si sposa con una certa mia 'pigrizia', alle volte.
    Megavideo et similia sono per me una forma di pubblicità. Non andrei al cinema a vedere un film che vedo su internet, ma se ne trovo qualcuno che mi piace molto, sono capace di vederlo al cinema per più e più volte).
    Potrebbero fare una sorta di Megavideo legale, del tipo un film un euro. Però andare al cinema di tanto in tanto, soprattutto in certi cinema, implica sensazioni che vanno oltre il film.
    In ogni caso, fare film, musiche, quadri, libri e software, costa ed impegna, quindi, in linea teorica, la pirateria non mi trova d'accordo.
    Tuttavia, mi rendo conto che la situazione è ben più complessa e la fruizione di copie illegali non è iniziata con internet, bensì con l'audiocassetta dagli Anni Sessanta, su cui si copiavano vinili e trasmissioni radiofoniche. Senza contare le copie di VHS e le fotocopie di libri! Forse, con internet, il fenomeno della copia illegale è divenuto ancora più consistente, ma almeno si è reso più diretto, senza intermediari (direi senza profitti illeciti, se non fosse per la pubblicità presente sui siti di condivisione).
    Ma un conto è la registrazione su hard disk da Youtube o su cassetta da transistor, un conto è libera circolazione di informazioni. Lì, non conosco pigrizie in un verso o nell'altro. Posso condividere lo stesso uso e passaggio generazionale dell'autore del post e aggiungo che quelle informazioni hanno contribuito come pochissime altre cose a dare certe impronte alla mia vita.
    Qualora su internet, ponendo il caso assurdo ma non troppo, ventilato sopra, finissero le caratteristiche di informazione e connettività, allora, forse continuerei ad usarlo solo per operazioni bancarie (ma non a 40 euro al mese direi), come pure ascolto la radio per una sola stazione che mi piace... altrimenti, potrebbe fare la fine di qualsiasi apparecchio in grado di ricevere un segnale televisivo: semplicemente ho smesso di comprarli e al posto dei vecchi ho messo qualche quadro. MC.

    RispondiElimina
  4. @Emix: internet può essere un posto terribile...ma semplicemente perché la terra è un posto terribile. Diciamo che tra la terra e internet forse forse il più terribile è il primo. E diciamo anche che tra i due il più facile da migliorare è senza dubbio il secondo...
    @MC:è vero, l'uso illegale di Megaupload è discutibile (nel senso vero della parola, ovvero è opinabile e quindi se ne può parlare) ma credo che questo derivi dal fatto che oggi vediamo al "download illegale" come al furto del mondo reale, o meglio ancora all'acquisto dei vecchi VHS illegali, quelli degli ambulanti e non autorizzati. In realtà non credo sia così: penso che questo modo di pensare ci sia stato "impresso" dalle major e dalle case di produzione. La distinzione è fondamentale: un conto un artista che produce attivamente, un conto un sistema satellite che gira attorno ad esso che contribuisce all'innalzamento dei costi, per l'innalzamento dei ricavati. Ma al di là di tutti questi esempi specifici (porca vacca avevo detto che non volevo impelegarmici) ritengo che l'astrattezza stessa di internet possa essere la spinta ad un processo evolutivo diverso da quello che il nostro sistema ha subito. Mi viene in mente la fruizione gratuita di servizi come quelli google che si fondano sulla notorietà e quindi su discrete pubblicità...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi trovi perfettamente d'accordo nell'affrontare in questo modo questi nodi (non solo della rete). Capisco anche la differenza tra ricavato del lavoro dell'artista, o del programmatore, e il 'sistema di rincari' che gli gira intorno (che però riguarda più o meno tutti i settori; mi piacerebbe più spesso acquistare un oggetto direttamente dalle mani del produttore -magari ancora made in Italy- anche perché i negozi di oggi non mi piacciono, ci trovi gente meno competente dell'acquirente e la pubblicità non mi scalda, né mi informa).
      Ma io sto parlando di oggi, ho usato questo limite, più o meno volontariamente. Volendo spostarmi nella mia immaginazione prospettica, penso che la nostra specie migliorerà, su internet come altrove, ma lentamente e soprattutto in maniera circolare. Potrebbe arrivare un giorno in cui il valore non si misurerà in denaro, ma nella voglia e nella abilità di condividere e sviluppare il proprio. Mi piace la fantascienza, infatti. MC.

      Elimina
  5. Eh lo so...queste sono (meravigliose) utopie, che scaldano anche il mio di cuore. Ma credo che per avviare un qualsiasi processo evolutivo non si debba mai guardare troppo in là, attendendo giorni lontani. La meta può anche essere lontana nel tempo ma non l'inizio di un cammino. Altrimenti non si inizia mai...Comunque se guardiamo ad uno scontro di opinioni (come quella tra internauti e majors) cercando una giusta motivazione per ogni parte in causa...allora entrambe avrebbero ragione. Anche l'universo che gira attorno ad un prodotto ha ragione d'essere...ma uno scontro non si basa su chi porta argomentazioni (sottintendendo che entrambe le portino) ma su chi ha più ragione dell'altro. Il problema è trovare la ragione nello scontro. Nella mia esperienza di vita posso solo che vedere una posta molto alta (a livello di progresso) nell'uso di internet...quindi penso sia chiaro come possa schierarmi... Ah comunque mi sa che la fantascienza ci accomuna...E tutto questo discorso rientra molto nei parametri "Trekkiani". :)

    RispondiElimina