Resina di un certo livello...

lunedì 5 dicembre 2011

Quello che ho imparato

A leggere.
A scrivere.
A non leggere merda.
A scrivere merda (con piccole, rare, eccezioni).
Ad ascoltare e non rispondere necessariamente subito. Ma, prima o poi, comunque rispondere.
Ad essere paziente e ad aspettarsi qualcosa, perché se non mi aspetto nulla, nulla ricevo.
Ad ascoltare musica.
Ad ascoltare buona musica.
A guardare le persone negli occhi.
A dar valenza ai sentimenti, miei e altrui.
A togliere l'orologio perché "cazzo, ne sto diventando schiavo...non faccio altro che guardare l'ora!".
A togliere ogni tanto le cuffie dalle orecchie mentre sono sui mezzi, per ascoltare i discorsi dei signori e dei giovani che mi stanno accanto.
Ad alzare il volume delle cuffie, per non ascoltare a volte le scempiaggini della gente sui mezzi, giovani o non che siano.
A non usare le frasi fatte perché non rappresentano mai per intero un pensiero, perché snaturano la complessità che ci caratterizza e perché ci rende un "vuoto qualunque".
A sopportare chi non può fare a meno di utilizzare frasi fatte.
A sopportare in generale.
A non accontentarmi per le persone che mi circondano, a non voler amicizie "tanto per"...
A scrivere ogni tanto un piccolo post su Rossoresina, nonostante il poco tempo e la poca voglia...perché fa bene...e lo consiglia anche il medico!

5 commenti:

  1. Quello delle frasi fatte è un gran problema! Un pò come quello del caro-benzina!

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  2. "A guardare le persone negli occhi."

    E scoprire quante son poche quelle che ricambiano, soprattutto quando gli stringi la mano!

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  3. @Conte: si, ed entrambi aumentano sempre più...senza mai diminuire.
    @Minkia: già, e poi scopri anche che dentro uno sguardo, quello fatto dall'espressività del viso, ce n'è anche un altro, dentro gli occhi, fatto solo dal modo in cui si guarda. C'è molto da scoprire anche dal modo in cui si guarda.

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  4. Io ho lo sguardo obliquo. Ma a te piace.

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  5. Si Anonimamente, quello mi è sempre piaciuto!

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