Resina di un certo livello...

lunedì 24 settembre 2012

The hardest part - Quando la mia realtà non è la tua

Se c'è un tavolo, se i pavimenti sono bianchi, le mura sono bianche e addirittura i vestiti delle persone davanti a te sono bianchi, potresti accorgerti di colpo di come, di tutta la tua vita, quello è il momento più duro. Potresti accorgerti che gli appigli che hai sempre creduto di avere ora sono scomparsi, persino quelli più ovvi. Ora, nel tuo stato di più grande confusione potresti capire d'improvviso che anche solo il ragionamento poteva essere uno stato di beneficio, un privilegio rispetto ad altri, altri di cui ora fai parte.




"And the hardest part 
Was letting go, no taking part
Was the hardest part"


I momenti duri della vita, si affrontano nella tua integrità, secondo le tue possibilità e con il tuo intelletto. Ma quando la tua persona cade a pezzi? Quando l'individuo che sei cade a pezzi nella sua più intima essenza? Quando perdi le capacità di prestare attenzione, formulare frasi corrette, riconoscere degli oggetti, semplici oggetti, ricordare parole o brevi istruzioni? Quando tutto questo entra nella tua vita e si contrappone angosciosamente con l'attiva e reattiva persona che eri? 

"Everything I know is wrong
Everything I do, it's just comes undone
And everything is torn apart"

Probabilmente quando prendi coscienza di tutte queste tue mancanze, allora prendi coscienza di quello che vedo anche io, ovvero che la tua realtà non combacia più con la mia. Che si è allontanata dalla mia e da tutte le altre realtà al mondo. A quel punto, forse, la solitudine e la disperazione sono i sentimenti che più ti pervadono...


"I wonder what it's all about"

giovedì 6 settembre 2012

Io surfo da solo

E va bene. E' terminata l'estate, ho lasciato il sole lì dove m'ha fatto compagnia per parecchi giorni e son tornato, ritrovando clima e gente opposta. Va bene, la cosa va accettata. Ma come torno in città, come torno a lavorare e, diciamolo, a pensare, torno anche a scrivere prima che qualcuno mi rimbrotti, come già è successo. Internet non è la nostra vita e lo si capisce soprattutto quando te ne allontani, soprattutto quando gli sfuggi, gli scappi dalle mani; ma va ammesso che oramai internet è una nostra parte complementare. Molti lo usano per appagare il loro lato "sociale", per dare libera espressione alla loro necessità di formulare nuove conoscenze e di condividere ogni singolo istante di vita, ogni singolo respiro, con la propria cerchia di amicizie. Questo non fa per me. Non è che non trovi interessante sapere o far sapere di vacanze, uscite serali, pomeridiane o mattutine, oppure veder crescere a dismisura un tanto astratto quanto assurdo contatore di amicizie, è piuttosto che l'interesse che queste cose suscitano in me decade dopo appena un paio di secondi. Tutto qua. Posso trovare interessanti (come no, a discrezione) i tuoi pensieri e il tuo senso critico, ma non per questo ti reputerò "amico", e se vogliamo neppure "conoscente". Ecco diciamo che il sottoscritto fa parte dell'altra metà del popolo internauta, quello che viveva da dio alla fine degli anni '90 e i primi anni '00, quello che se internet fosse stato largamente diffuso negli anni '80, lo avrebbe usato all'incirca nella stessa maniera. Io vivo surfando da solo, andandomi a cercare le mie belle onde, per arricchirmene senza troppa pubblicità, senza troppo fracasso. Sono uno di quelli che surfano provando disagio vedendo sulla riva tutta la propria famiglia, i propri amici e conoscenti. Poi magari ve lo racconto in un pub, ma non statevene tutti lì in piedi a commentare, dai... E' questa la differenza che s'è creata negli ultimi anni e che digerisco poco: puoi pubblicare e diffondere foto e qualunque dettaglio della tua vita reale su internet sottraendole la giusta attenzione e concentrazione nel momento stesso in cui pensi di voler diffondere qualcosa, oppure puoi dedicarti esclusivamente alle cose reali, lasciando che la rete abbia un ruolo secondario. 
Va bene internauti...io vado a surfare.