Resina di un certo livello...

sabato 2 luglio 2011

Universi olografici - Parte III - Il resto

Cosa rimane oltre le cose che già ho detto? Tutto il resto... Si perché le piastre olografiche e la teoria delle tracce mnestiche sono solo il punto di partenza per un discorso che potrebbe avere confini più ampi di quanto si immagini. E allora "tutto il resto" non significa certo che ogni singola cosa debba rientrare in una visione di questo tipo. bensì che ci sono altre cose alle quali fare riferimento. Quando chiedevo se la questione dei cerchi olografici ricorsivi e della registrazione neurale della memoria vi facesse venire in mente dell'altro mi riferivo a questo: 

o meglio non esattamente a questo, ma a quello che rappresenta. Quest'opera di Escher rappresenta la ricorsività nella natura. Sappiamo tutti che i pesci non sono formati da squame a forma di se stessi, eppure questo in un certo qual senso è effettivamente vero. Basti pensare al DNA, un copia non esplicitata di quello che siamo contenuta dentro ogni cellula. Come se noi fossimo ripetuti miliardi di volte in forma più semplice per poter essere gli individui unici e indivisibili che siamo, nella stessa maniera in cui l'ologramma è formato da molteplice immagini del medesimo e proprio come i nostri ricordi sembrano essere formati da circuiti neurali ripetuti molteplici volte in specifiche aree cerebrali per formare poi un'unica esperienza soggettiva. Ma tutta l'importanza della teoria olografica viene acquisita grazie alla teoria di David Bohm sull'Universo olografico. Secondo il fisico l'universo funzionerebbe proprio come un ologramma, con un ordine implicito,
a noi del tutto sconosciuto, ed uno esplicito il quale viene compreso dal nostro cervello in un modo molto simile a come farebbe con un ologramma, attraverso onde di interferenza. La sostanza è che quello di cui abbiamo esperienza sarebbe "solo" una rappresentazione, di qualcosa che in realtà non conosciamo affatto: anzi, anche noi faremmo parte di questa rappresentazione. In questo discorso ne rientrerebbe anche un altro, ancora più grande ovvero quello della limitatezza sensoriale e i presupposti derivati dal principio di indeterminazione di Heisenberg che prevedono che la scienza (e anche noi) possa conoscere solo entro i nostri limiti sensoriali.
Ad ogni modo, quella dell'universo olografico è solo una teoria, ma quello che davvero ritengo importante da tutta questa menata che vi ho fatto è che la ricorsività c'entra, sia nei nostri cervelli che nelle nostre menti come nell'universo. 
Auguri.

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