Resina di un certo livello...

venerdì 8 aprile 2011

La mia città

Molti pensano che la mia città sia morta, che sia diventata la copia turistica di se stessa. In molti credono che nella mia città, solo perché grande e grossa,  vi sia spazio solo per muri dal colore dei murales e banchi di nuvole grigie, sollevate da fiumi di macchine. In parte effettivamente è così. Ma la mia città, che in realtà tanto mia non è ma che lo è diventata visto da quanti anni la odio, la sopporto, la vivo e la amo, ha una copia ridotta di se stessa al suo interno, una copia dell'originale ormai quasi del tutto sbiadita ma che ancora ti fa sorridere, ancora ti fa capire che ne avremo per un'altra decina (forse ventina) d'anni, e poi andrà tutto al diavolo. Così capita ancora di trovare una piccola trattoria dove il turista non riesce ad arrivare, dove all'interno trovi solo i bambini che guardano i vecchi, palloncini a pochi metri di distanza da anziani che mangiano in silenzio, con calma. E il signore accanto a te, col viso ossuto e il collo largo, che quando ordina si gira verso la cameriera a specificare  "Mi raccomando, il carciofo lo voglio col gambo eh!". Nella mia città queste cose le trovi ancora. Son poche e rare, ma le trovi ancora.

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