Resina di un certo livello...

giovedì 30 giugno 2011

Universi olografici - Parte I - Ologrammi

Stavo per mettere il tutto in un Alternative, ma poi ho pensato che quella Olografica è una teoria vera e propria, sviluppata da diversi autori e che ha un polo realistico ed applicativo ed un altro del tutto teorico. 
Prima di tutto: Ologrammi? Si, esatto, ologrammi ma scordiamoci per il momento questo: 

non sto parlando di fantascienza (anche se ultimamente si sono ottenuti risultati simili a questo), sto parlando di piastre olografiche, ovvero piastre di un particolare tipo di materiale, le quali subiscono un processo di registrazione di immagini tramite laser. E' come se si trattasse di un'incisione fotografica fatta con tutte le diverse prospettive. 
Qui potete vedere zio Tibia in posa olografica


Il risultato è appunto quello di un'immagine (che per la riproduzione richiede l'esposizione diretta e dritta, di una fonte luminosa) la quale sarà visibile a seconda del nostro punto di vista. Immaginate di sporgervi verso destra nel tentativo di osservare la parte sinistra del teschio qui sopra: essendo un ologramma ne vedrete appunto il lato sinistro. Non ho intenzione di scrivere del processo necessario per la produzione di queste piastre olografiche in quanto, non solo non ne sono un esperto, ma non è neppure il mio intento quello di parlarne. Quello che posso dire però è che l'irradiazione proveniente dal laser produce l'incisione della stessa immagine tantissime volte, con una parziale sovrapposizione. Quello che si ottiene è più o meno questo:

Una serie infinita di "cerchi", una serie infinita di immagini tutte uguali che insieme ne formano un'unica. La domanda più divertente del mondo che si può fare ad un possessore di una piastra olografica è "Scusa, posso spezzarti in due la piastra?" e no, non si tratterebbe di sterile bullismo. Perché no? Perché la rottura della piastra farebbe si che ci fossero due piastre olografiche perfettamente funzionanti e riproducibili entrambe per intero l'immagine originale. Se poi al proprietario non è venuto un infarto nel vedere la sua preziosa (e credo anche nel senso economico del termine) piastra in pezzi potreste chiedergli di romperla ulteriormente perché tanto il prodotto sarà sempre lo stesso: ogni piastra  manterrà la sua capacità di riprodurre l'immagine. Come mai? Basta tenere a mente i cerchi: l'immagine originale è prodotta da un elevato numero di immagini tutte uguali, questo vuol dire che l'informazione incisa è ripetuta infinite volte e dunque archiviata in ogni dove, all'interno della piastra! Rompere la piastra non sortirà l'effetto di rompere un marchingegno per la riproduzione, semplicemente perché non esiste nessun marchingegno, come noi lo intendiamo. Nel caso degli ologrammi il processo usato è quello ricorsivo, ovvero la stessa informazione in piccolo ripetuta "n" volte, produce una uguale informazione più grande e quindi maggiormente funzionale e fruibile. Dico: vi ricorda qualcosa? Nelle parti seguenti magari capirete dove voglio andare a parare!

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