Resina di un certo livello...

mercoledì 29 giugno 2011

La vostra magia si chiama "Place Cells"

Al fenomeno conosciuto come "Déjà Vu" sono state attribuite le più disparate e fantasiose spiegazioni che vanno dalla reincarnazione, la preveggenza fino ai viaggi spazio-temporali. Personalmente mi è sempre piaciuto pensare che le spiegazioni più affascinanti siano quelle che pur vicine a noi non riescano a trovare facile spiegazione. Lasciando da parte dunque preveggenze e viaggi dell'anima, oggi la teoria che più pare verosimile (verosimile, perché da qui a dire che il fenomeno del Dèjà Vu è del tutto compreso ce ne vuole...) è quella delle "place cells". Nel nostro caro cavalluccio marino cerebrale (vedi: Ippocampo) c'è un gruppo di neuroni (le place cells, appunto) le quali hanno la particolarità, tramite le loro caratteristiche di scarica, di "segnare" la posizione dell'individuo su di un campo topografico. Si potrebbe immaginare una sorta di mappa dell'ambiente esplorato al momento e le place cell in questione, attivarsi in base alla posizione che l'individuo ritiene di occupare in quel preciso istante. Va di conseguenza che questo sistema di localizzazione neuronale sia indiscutibilmente legato alla sensazione di familiarità, che il luogo (e la mappa neuronale) suscitano. Un errore, o un falso "matching" con un altro luogo produrrebbe un'erronea sensazione di familiarità, amplificata tra l'altro, dall'incongruenza cognitiva riscontrata dall'individuo. Al di là delle "place cells" poi c'è la teoria mnestica, ancor più semplicistica: in questo caso la sensazione di familiarità sarebbe suscitata da una traccia mnestica (un ricordo, ma anche meno) attivata da un particolare dell'ambiente o dalla situazione il quale tuttavia non è recuperabile attivamente dall'individuo. Per fare un esempio: vado a trovare un conoscente nella sua casa al mare dove non sono mai andato e, una volta lì, un quadro, un oggetto o quant'altro mi attiva inconsciamente una traccia mnestica relativa ad un oggetto della mia infanzia o del mio passate del quale tuttavia non conservo ricordo alcuno. Il risultato in questo caso sarebbe la sola sensazione di familiarità. Pensiamo poi a tutti gli altri canali sensoriali non necessariamente visivi; pensiamo alla potenza mnemonica dell'olfatto...
Insomma a volte la magia ha addirittura ancor meno valore magico delle spiegazioni plausibili. 

Comunque...

2 commenti:

  1. Bel post (neuroscenze a palla!) ;)

    Ho fatto quello che mi hai chiesto!

    ps: scritti passati, ora mi aspetta l'orale!

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  2. Grazie mille, ho avuto un attimo di confusione con i vari settaggi, sarà stato il caldo! Comunque per correttezza ripeterò il commento!
    Complimenti per gli scritti! Vai tranquillo per gli orali che almeno dalle mie parti si tratta di sola formalità!

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