Non siamo il lavoro che facciamo, o il titolo di studio che possediamo. Sono loro a dover essere come noi siamo, mai il contrario. Dimentichiamoci allora la storia d'essere quel che ci dicono d'essere durante le 24 ore, i limiti imposti dai voti, dai cartellini e dai timbri. Penso che l'unico nostro limite possa essere quello del nostro stesso pensiero. Sempre e solo il limite che abbiamo, mai quello che ci attribuiscono.
Nessun commento:
Posta un commento