Resina di un certo livello...

domenica 28 agosto 2011

La psicologia del granito

Le frasi più belle ci vengono dette nei momenti più inaspettati; quando sei lì, con la palpebra mezza calata disinteressato ecco che ti viene spiegato qualcosa che ti sei sempre chiesto e che ti torna in mente come un martello sul chiodo dei pensieri. Alcuni anni fa durante una lezione, all'università, sulla psicofisiologia del sonno tra schizzi noradrenergici e serotoninergici il professore se ne uscì con qualcosa di inatteso: disse che la nostra tendenza a vedere delle immagini significative nei tipici puntini delle mattonelle, sarebbe in realtà la tendenza del nostro cervello (se volete "mente" ma il sunto non cambia) a dare significato alle cose, la tendenza alla comprensione. 

Quando guardiamo una lastra di granito, in un primo momento i puntini ci appaiono per quello che sono, ovvero la causale distribuzione di diverse colorazione, ma poco dopo saltano alla vista piccoli raggruppamenti che ricordano forme geometriche, oggetti, e addirittura volti. Un po' come  accade quando osserviamo le nuvole; non sono davvero a forma di coniglio, eppure... Ad ogni modo questa frase mi torna in mente ciclicamente, più per la sua profondità umana che per la sua valenza scientifica. Mi sembra che oltre al granito questa caratteristica sia estendibile anche agli eventi e alle persone; mi sembra che la nostra necessità di dare significato alle cose, delle volte davvero senza significato alcuno, faccia parte della nostra stessa natura. Come se non potessimo fare a meno di riempire di noi stessi il mondo che ci circonda. Difronte a questo enorme granito dobbiamo pur cogliere qualche significato...

1 commento:

  1. Come se non potessimo fare a meno di riempire di noi stessi il mondo che ci circonda.

    Il significato, il senso delle cose. Lo cerchiamo davvero ovunque. Anche nei fondi di caffè.

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