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giovedì 10 maggio 2012

C'è chi fa pentole...e chi si dedica ai coperchi

C'è un proverbio che recita così: "Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi". Un po' criptico, in effetti, e di significati da attribuirgli ce ne sarebbero. E' popolare, ok, e l'interpretazione più di tanto sofisticata non potrà essere, ma questo non mi ha fermato dal pensare a come le pentole e i coperchi siano complementari e a come la sinergia dei due oggetti porti ad un prodotto migliore rispetto ad un altro eventuale, derivato dal loro utilizzo separato (migliore per velocità di preparazione, cottura...). Ora, dire che il diavolo produce pentole potrebbe simboleggiare che le sue azioni sono incomplete, sono drasticamente imperfette e quindi con un perenne margine di miglioramento. Ma, a meno che non si parli di lezioni di educazione domestica nei piani bassi della terra, dubito che quel diavolo possa davvero essere lui 


il cattivo di turno
quindi sarebbe utile chiarire. Nella tradizione cristiana il diavolo rappresenta, tra le altre cose, la tentazione la quale se soddisfatta conduce al peccato, ma la tentazione per essere tale deve essere necessariamente legata  al soddisfacimento di bisogni sopratutto corporali. Tornando al nostro proverbio dunque il diavolo potrebbe simboleggiare quella parte più bassa che l'uomo possiede, una parte istintuale e devota alla soddisfazione grezza e immediata. Ma se ipotizziamo davvero che in fondo quel diavolo lì non sia il diavolo della religione possiamo anche estendere il concetto non solo ai bisogni immediati e diretti, ma anche più semplicemente a quelli basilari (vedi la fame...eh si, quindi la pentola). In questa visione delle cose, allora, la fame e il bisogno ti porta ad un'immediata soluzione, e quindi all'uso immediato della pentola del proverbio. Ma il diavolo fa SOLO le pentole... Dunque se abbiamo una pentola il cui utilizzo è impreciso e/o lento, e dunque costantemente migliorabile, chi la migliora? Chi fa i coperchi? Non essendo un trattato di filosofia ma solo un proverbio potremmo adottare la soluzione del contrario, e allora: il contrario del bisogno e della necessità più bassa, non può che essere il pensiero, il ragionamento. Mentre la parte più bassa e primitiva del nostro essere pensa a costruire una pentola per l'immediata soddisfazione, la parte più elevata ed evoluta di noi ritorna sui suoi passi per migliorarsi, per porre quel qualcosa in più che avvicina l'oggetto alla perfezione. 
Ma tra le pentole e il coperchio, mi sembra ovvio, c'è un legame indissolubile e sopratutto un processo intrinseco: non può nascere prima il coperchio della pentola, perché tutto possiede una propria evoluzione...

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