Resina di un certo livello...

giovedì 3 novembre 2011

L'ordine del piano inclinato

Da sempre ricordo una certa attenzione all'ordine. Non da parte mia, sia chiaro, ma da chi mi circonda. Non so perché, forse sarà sfortuna, ma molte delle persone che hanno attraversato la mia vita, seppur di passaggio, avevano un qualche rapporto amoroso con l'ordine. Ho visto imbustare i propri abiti, con cura, uno ad uno, senza soffrire la ripetitività delle azioni necessarie per vestirsi; ho visto vivere nel disordine salvo poi dettarsi regole, autoregolanti, che portavano a sistemare solo alcuni oggetti in mezzo al caos. Ho visto il finto disordine nel quale i mucchi di cose  erano ben gestiti e, soprattutto, ai quali non potevi mettere mano, altrimenti avresti fatto...disordine. Sono arrivato persino all'alcol passato sulle superfici e alla maniacalità del centimetro. Ma al di là di tutto questo, al di là di ogni forma d'ordine sana o insana che fosse, mi son sempre trovato a gestire il mio disordine come qualcosa di perennemente sbagliato, come un sistema buggato che seppur sistemato tende poi sempre in un'unica direzione. Almeno fino a quando qualcuno non vi avesse rimesso mano per sistemarlo, inconsapevole della riuscita momentanea del suo intervento. Ecco il mio disordine è sempre stato l'effetto d'inerzia che si ha su di un piano inclinato, un effetto di disturbo alle quali le persone cercano di opporsi. 
Sarà stata sfortuna, non so, o sarà che il mio disordine è il riflesso d'un ordine tutto mio, mentale, fatto sta che io non ho mai voluto interferire con l'ordine altrui, è l'ordine altrui che interferisce con il mio piano inclinato.

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